giovedì 23 aprile 2009

Dura sconfitta per i creatori de “I pirati della Baia”

Un anno di reclusione e 2,7 milioni di euro recita la condanna della corte di Stoccolma per Peter Sunde, Fredrik Neij, Gottfrid Svartholm e Carl Lundström, che rappresentano i gestori del sito web incriminato, Pirate Bay. L’accusa è di aver creato volutamente il caso di “pirateria”, dimostrando già con il loro nome di mostrare che sul web non esistono regole a tal proposito.

Il loro sito si fonda sulla regola di violare i diritti di autore, l’idea basilare è quella del file sharing. Ricordiamo per dovere di cronaca il primo sito che si dedicò al file sharing, Napster, che alla fine fu chiuso, in seguito abbiamo anche avuto Kazaa e abbiamo ancora, molto utilizzato eMule, questi ultimi due sistemi funzionano in maniera leggermente diversa perché mettono a disposizione solo uno dove gli utenti accedono e possono condividere i propri file, infatti i file risiedono sul computer dell’utente e non sul server, ma il fine è sempre lo stesso, violazione di copyright mediante lo scambio peer-to-peer.

Secondo la difesa dei quattro indagati l'80% del materiale scaricato dagli utenti sarebbe legale ma questo aspetto non è stato ritenuto provato o comunque sufficiente a evitare la condanna. La Corte ha infatti affermato che il sito The Pirate Bay è progettato allo scopo di consentire l'interscambio di file pirata. I condannati si difendono e dichiarano di volere ricorrere in appello, ritenendo la decisione una decisione politica.

Il dilemma giuridico è stabilire se il mezzo utilizzato sia di per sé neutro o sia finalizzato alla realizzazione dell'illecito. Chi vende un coltello da cucina, se pure tagliente, non può essere condannato se qualcuno lo usa per uccidere il vicino, si potrebbe dire, ma qui la situazione sembra un pò diversa.

Il mezzo, in altre parole il sito, non è stato considerato neutro, utilizzabile per fini leciti o illeciti, ma è stato visto come un sistema strutturato appositamente e prevalentemente, se non esclusivamente, alla commissione di un illecito, in altre parole allo scambio di file che violano il diritto d'autore.

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